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Autorità civili, militari e religiose,
rappresentanti delle istituzioni, colleghi sindaci,
e carissimi concordiesi,
vi do il mio benvenuto a nome dell’Amministrazione di Concordia.
Un sentito ringraziamento per la sua presenza al Presidente della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale, all’Assessore della Regione Emilia Romagna Davide Baruffi, agli onorevoli De Maria e Vaccari, ai consiglieri regionali, al Presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia, e al deputato al Parlamento Europeo, Stefano Bonaccini.
È con profonda emozione e con orgoglio che oggi celebriamo un momento che resterà nella memoria collettiva della nostra comunità: la riapertura di Palazzo Corbelli, il nostro storico Municipio.
Dopo tredici anni di attesa, Concordia ritrova il suo cuore istituzionale.
L’edificio che dal 1860 rappresenta il luogo della democrazia, dell’incontro e dell’identità civica torna oggi alla sua funzione originaria, rinnovato nella sicurezza, nella bellezza e nella capacità di accogliere la vita pubblica e comunitaria.
Il sisma del maggio 2012 ha profondamente ferito queste terre, privandole non solo di case e strutture, ma anche di punti di riferimento. Il 20 e il 29 maggio del 2012 restano impressi nella memoria di tutti noi.
Furono giorni in cui la terra tremò con una violenza che non dimenticheremo mai.
Case, scuole, chiese, imprese, luoghi della cultura, il nostro Municipio: tutto fu scosso, lesionato, in alcuni casi distrutto. Ma, ancora più forte, fu la scossa che colpì le persone: la paura, lo smarrimento, la perdita.
Eppure, fin da quelle ore difficili, la nostra comunità iniziò a reagire.
Con coraggio, con dignità, con una solidarietà che ancora oggi commuove ricordare.
Concordia seppe rialzarsi, insieme agli altri Comuni del cratere, con la forza del lavoro, della collaborazione, del volontariato, delle istituzioni, della regione Emilia Romagna, della fiducia reciproca.
Abbiamo ricostruito scuole, teatri, impianti sportivi, case, biblioteche, strade, e oggi, finalmente, restituiamo al nostro paese anche il simbolo della vita pubblica: il nostro Palazzo Municipale.
Palazzo Corbelli ha una storia lunga e affascinante, intrecciata con quella di Concordia.
Fu edificato nella prima metà del Seicento da Lodovico Corbelli, segretario del Duca di Mirandola, in una posizione strategica tra il fiume Secchia con i suoi mulini natanti e il canale detto Naviglio, con funzioni di magazzino e di servizio.
Durante la guerra di successione spagnola, nel 1704, fu l’unico edificio a salvarsi dall’incendio che distrusse Concordia, poiché era sede del comando militare.
Nel Settecento passò alla famiglia Zanoli, che lo trasformò in un elegante palazzo signorile, e nel 1860 fu acquistato dal Comune, diventando così la sede municipale.
Questo edificio ha sfidato 4 secoli: incendi, guerre, un terremoto… eppure Palazzo Corbelli è ancora qui, testimone silenzioso della storia di Concordia. Ogni pietra racconta la forza, la resilienza e il prestigio di secoli di vita cittadina.
L’intervento di consolidamento con miglioramento sismico e di restauro che è stato effettuato, e grazie al quale oggi possiamo riaprire il nostro municipio, ha un valore che va ben oltre la tecnica.
Ha significato tenacia, perseveranza, e rispetto per la storia di questo luogo.
Un’opera che ha richiesto oltre 1.200 giorni di lavoro, il coinvolgimento di 55 imprese, e un investimento complessivo di oltre 10 milioni e 225 mila euro, di cui 7,5 mln provenienti dal finanziamento del Commissario alla ricostruzione.
Desidero esprimere la mia più sincera riconoscenza al Presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la ricostruzione post-sisma, Michele de Pascale, per la costante attenzione e per il sostegno assicurato attraverso la Struttura commissariale, insieme all’Assessore alle Politiche per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma, Davide Baruffi. Senza l’impegno e il contributo della Regione, quest’opera non sarebbe stata possibile: il loro sostegno ha reso concreto il recupero e la valorizzazione di un bene così prezioso per la comunità.
Grazie all’Agenzia regionale per la ricostruzione, in particolare all’ingegner Davide Parisi e ai suoi collaboratori, per il lavoro attento e competente che ha accompagnato tutte le fasi del progetto e del cantiere, e alla Soprintendenza nella persona dell’arch. Ambrogio Keoma.
Dal 1 gennaio con il passaggio dallo stato d’emergenza allo stato di ricostruzione, primo esperimento in Italia e previsto dalla Legge di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento, l’Emilia-Romagna si prepara a concludere in maniera ordinata il più grande programma di ricostruzione mai avviato nella nostra regione. Un percorso condiviso e corale, che ha unito istituzioni centrali e locali, professionisti, cittadini e imprese, e che ora è chiamato a completare ogni intervento, consolidare le buone pratiche nate in questi anni e garantire la piena rendicontazione delle risorse pubbliche impiegate.
È un passaggio di grande valore simbolico e politico: segna la fine dell’emergenza e l’inizio di una fase nuova, in cui la ricostruzione non è più solo materiale, ma anche civica, sociale e culturale. È la fase in cui ogni comunità può tornare a guardare avanti, forte della propria esperienza e della propria unità.
Desidero poi ricordare con gratitudine coloro che hanno guidato le prime e più difficili tappe di questo percorso: i sindaci del sisma, Carlo Marchini, che insieme alla sua giunta ha guidato Concordia dal 2012 al 2014 nelle prime e più difficili fasi dell’emergenza e dell’avvio della ricostruzione, e Luca Prandini, alla guida del Comune negli anni successivi, fino al 2024, anni in cui la ricostruzione ha assunto pieno sviluppo e concretezza; Vasco Errani e Stefano Bonaccini, già Presidente della Regione e Commissario per la ricostruzione dal 2014, ed Enrico Cocchi, direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione fino a pochi mesi fa. A loro va il riconoscimento della nostra comunità per l’impegno, la competenza e la tenacia con cui hanno saputo condurre un cammino lungo e complesso. Ci siamo sempre sentiti accompagnati, sostenuti da una guida presente e attenta, capace di unire visione e umanità nei momenti più difficili e in quelli della rinascita.
E permettetemi di rivolgere un ringraziamento speciale a chi ha reso possibile, con il proprio lavoro quotidiano, ciò che oggi vediamo attorno a noi.
A Politecnica, che si è occupata del progetto e della direzione lavori, nelle persone dell’Ing. Arch. Micaela Goldoni e dell’Arch. Francesca Ferrari. Allo studio arch. Doglioni e Daminato, all’architetto Elisabetta Dotti, Responsabile Unico del Procedimento, alle imprese AEC Costruzioni, nelle persone di Stefano e Tommaso Zaccarelli, Alchimia Laboratorio di restauro nella persona di Giorgio Polastri, e a tutti i tecnici, professionisti, le maestranze che hanno partecipato al cantiere di Palazzo Corbelli.
Questo risultato è il frutto di un impegno corale: centinaia di persone —tecnici, restauratori, operai — che per oltre tre anni hanno lavorato con competenza, pazienza e straordinaria dedizione.
Il loro è stato un lavoro complesso e delicato, svolto con rispetto assoluto per la storia e con orgoglio, un restauro che ha unito rigore scientifico e sensibilità artigianale, restituendo vita a un edificio che è parte dell’anima di Concordia. Senza di loro, senza la passione e la cura con cui ciascuno ha affrontato questo impegno, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.
Il restauro ha interessato sia il consolidamento strutturale delle murature e dei solai, sia il recupero artistico e architettonico degli ambienti di pregio: l’atrio d’ingresso, lo scalone monumentale, la Sala del Sindaco la sala Consigliare e la straordinaria Sala Magna, restituita al suo splendore originario grazie a un accurato intervento conservativo degli apparati decorativi sette-ottocenteschi. Nel restauro dei dipinti, lo noterete quando entreremo, si è scelto di conservare alcune delle crepe lasciate dal sisma del 2012. Quelle tracce non sono ferite dimenticate, ma memoria viva: testimonianza della nostra fragilità e, allo stesso tempo, della nostra forza e capacità di rinascere.
Oltre alla funzione istituzionale e agli uffici comunali, il cui trasloco avverrà a marzo, Palazzo Corbelli ospiterà spazi dedicati alla cultura e alla memoria: nell’autunno del 2026 apriremo un museo multimediale dedicato alla storia di Concordia, co finanziato dalla regione Emilia Romagna e dalla fondazione cassa di risparmio di mirandola, che si affiancherà agli uffici comunali e alle sale consiliari e cerimoniali. Un edificio che, pur nel rispetto della tradizione, si apre al futuro come luogo di cittadinanza, di conoscenza e di partecipazione.
Oggi, mentre riapriamo questo palazzo, sentiamo forte la responsabilità di trasmettere il senso di questa giornata ai più giovani.
Ci sono ragazze e ragazzi che non hanno mai visto questo Municipio aperto.
Per loro la normalità è stata un paese fatto di cantieri, di ricostruzioni, di attese.
Oggi entrano per la prima volta in un edificio che racchiude secoli di storia e di civiltà, e che da questo momento doniamo prima di tutto a loro.
perché imparino a riconoscere la bellezza del patrimonio pubblico;
perché scoprano che le istituzioni non sono realtà lontane, ma presenze vicine e concrete, che li accompagnano nella crescita. È nostro dovere far sì che i più giovani vivano le istituzioni come proprie, come luoghi di ascolto, di dialogo e di impegno condiviso;
perché comprendano che il futuro nasce dalla partecipazione e dal contributo di ciascuno.
Vorrei che i più giovani sentissero questo palazzo come la loro casa civica, il luogo dove un giorno potranno portare idee, responsabilità, visione.
Sarebbe bello se tra questi ragazzi ci fossero, in futuro, le donne e gli uomini che guideranno le istituzioni di Concordia: perché la democrazia vive davvero solo quando ogni generazione si assume il compito di custodirla e di rinnovarla.
Palazzo Corbelli diventa così un ponte tra generazioni:
tra chi ha vissuto la tragedia del sisma e ha ricostruito, e chi eredita oggi questo edificio.
Questo Palazzo non è soltanto la casa delle istituzioni: è anche un luogo di memoria civile, che custodisce le tracce di una comunità capace di scegliere, nei momenti più difficili, la dignità e la libertà. Siamo qui davanti alle lapidi che portano i volti dei martiri della Liberazione e desidero che ciascuno di noi fermi un attimo lo sguardo su questi volti e riconosca in essi non solo la memoria di un dolore passato, ma la testimonianza viva di un impegno per la libertà e la dignità.
Durante il rastrellamento del novembre 1944, l’albergo “La Plata”, oggi sede della banca alla nostra destra, fu usato come presidio nazifascista: lì furono interrogati e torturati cinque partigiani poi fucilati appena oltre il ponte sul Secchia. Davanti a questo stesso Municipio, il 9 aprile 1945, le donne dei Gruppi di Difesa, guidate da Gina Borellini, protestarono contro la guerra e per il pane, dando voce al coraggio e alla dignità di un intero popolo. Queste lapidi, restaurate e riposizionate sulla facciata del Palazzo, e quelle storie ci ricordano che la democrazia non è un’eredità, ma una responsabilità quotidiana, e finalmente, il prossimo 25 aprile, potremo fermarci di nuovo qui a commemorare i martiri di Concordia e della Liberazione.
Il recupero di Palazzo Corbelli si inserisce in un più ampio disegno di rigenerazione del nostro centro storico, che grazie all’impegno di ProLoco è anche riconosciuto come luogo del cuore FAI, e che negli ultimi anni ha visto completarsi interventi significativi: il Teatro del Popolo, Piazza Gina Borellini, Largo-giardino Giuseppe Tanferri, il cantiere di Piazza Roma avviato un paio di mesi fa, il campanile che domani verrà inaugurato alla presenza del Vescovo Castellucci, fino ai lavori ormai prossimi al completamento per la Caserma dei Carabinieri, il ponte ciclopedonale sul fiume Secchia e il collegamento con la Ciclovia del Sole realizzati dalla Provincia di Modena e ringrazio il Presidente della Provincia Fabio Braglia. Si tratta di un progetto di rinascita lungo e complesso che, passo dopo passo, sta ricucendo il volto e l’anima di Concordia, restituendo ai cittadini i luoghi della quotidianità.
In questi tredici anni di ricostruzione – pubblica, privata e produttiva – sul nostro territorio sono stati investiti circa 240 milioni di euro.
Dietro a questi numeri ci sono persone, famiglie, lavoratori, istituzioni.
C’è una rete di collaborazione che ha unito Regione, Comuni, imprese e cittadini.
C’è la forza di una comunità che non ha mai smesso di credere nel proprio futuro.
Oggi Concordia torna pienamente se stessa.
Torna ad abitare il suo centro, a riconoscersi nei suoi luoghi, a proiettare speranza.
Desidero infine rivolgere un pensiero riconoscente a tutte le donne e gli uomini che, dal 2012 ad oggi, hanno contribuito – con il loro lavoro, la loro professionalità e la loro fiducia – alla rinascita del nostro paese. A loro, e a tutti i cittadini di Concordia, va il mio più profondo ringraziamento.
Palazzo Corbelli oggi torna municipale. È il segno tangibile di una rinascita che unisce passato e futuro, radici e visione, memoria e fiducia. È la dimostrazione che quando una comunità resta unita e sostenuta dalle istituzioni, nessuna ferita è definitiva.
Dopo tanta attesa, Concordia rinasce nella sua casa di sempre. A voi, oggi restituiamo il cuore della vita pubblica, dove ogni cittadino può sentirsi parte della storia comune. Concordia e concordiesi, ben tornati a casa.
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Ultimo aggiornamento: 01-11-2025, 14:14
